TEORIE DELLA COMUNICAZIONE
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TEORIA IPODERMICA
La teorie ipodermica( o anche cosiddetta "bullett theory" - teoria del proiettile) fu il primo tentativo di comprendere il funzionamento della comunicazione interpersonale in maniera sistematica, viene sviluppata negli anni 40 sulla base delle ricerche della psicologia behaviorista (vedi behaviorismo/comportamentismo), e in base a questo filone psicologico vede la comuncazione come un processo diretto di STIMOLO e RISPOSTA.
La comunicazione tra due individua viene quindi considerata come un processo diretto tra comunicatore e ricevente senza alcun intermediario, in cui il messaggio viene ricevuto senza alcun intermediazione e, importante da sottolineare, gli effetti sono dati per scontati, e quindi nemmeno analizzati.
La teoria ipodermica sosteneva dunque una relazione diretta tra stimolo (esposizione al messaggio) e risposta (comportamento). Nella pratica intendeva dimostrare che se una persona è raggiunta da un messaggio di propaganda, quest'ultima può essere manipolata a proprio piacimento e indotta ad agire secondo il proprio volere.
Questa teoria, sviluppata a tavolino dai teorici, ha iniziato a essere messa sotto osservazione attraverso vari esperimenti sul pubblico, ha da subito mostrato la sua limitatezza. Gli effetti sul pubblico non risultavano così diretti come si era pressupposto, e a volte il pubblico non mostrava alcuna attenzione a ciò che veniva loro trasmesso. Gli studiosi dovettero iniziare a spostare la loro attenzione sullo studio del pubblico e delle loro caratteristiche.